Le Religiose Francescane di Sant’Antonio
fondate dalla Serva di Dio Madre Miradio
della Provvidenza di S. Gaetano
1. La fondazione
Madre Miradio della Provvidenza di S. Gaetano,
al secolo Giulia Bonifacio (1863-1926),
il 22 maggio 1901 dà inizio, a Carpino (Foggia),
al nostro Istituto Religioso.
Nell’aprile del 1902, con Padre Luca De Longis, ofm,
(1866-1904) lo denomina “Povere Figlie di S. Antonio”[1].
2. Nascita – Battesimo
- 1. Giulia Bonifacio nasce il 2 febbraio 1863
a Castellammare di Stabia (Napoli),
in una famiglia di modeste condizioni sociali,
solidamente radicata nella fede cattolica
e nei valori cristiani.
- 2. Terza figlia di Francesco Paolo (1832-1895)[2]
e di Maria Vincenza Raffone (1836-1867)
che “coltivavano nei loro cuori le più belle virtù,
specie la carità verso i poveri
che beneficavano abbondantemente”[3].
Giulia viene battezzata il 3 febbraio 1863
nella Cattedrale di Castellammare[4].
3. Infanzia - orfanezza
- 1. A soli quattro anni (1867) Giulia sperimenta
il dolore della morte della madre.
Il padre passa a seconde nozze[5] con Anna Spera.
In questi avvenimenti Giulia, “ammirata per la sua bontà,
per il sorriso che nelle diverse circostanze le infiorava le labbra”[6],
impara a cogliere i segni della presenza divina,
sperimentando come Dio,
Padre Provvidente, “affanna e consola”[7].
- 2. Il 20 aprile del 1872,
nella cattedrale di Castellammare,
Giulia riceve il sacramento della Confermazione
da Monsignor Francesco Saverio Petagna (1812-1878)[8].
4. Una profetica intuizione
L’incontro nel 1879
con Monsignor Vincenzo Maria Sarnelli (1835-1898)
le fa intravedere la sua vocazione:
“Giulia, tu sarai madre di tanti figli non tuoi”[9].
Custodisce le parole del santo Vescovo nel cuore.
Se ne domanda il senso, fin quando non intuirà
i traguardi verso cui orientare il suo cammino
“sulle Vie misteriose della Sua Provvidenza”[10].
5. L’entrata tra le Francescane Alcantarine
Il 2 luglio 1882 Giulia entra
tra le Povere Figlie di San Pietro d’Alcantara
a Castellammare di Stabia,
accolta dal fondatore Don Vincenzo Gargiulo (1834-1895)
e dalla confondatrice Sr Maria Agnese dell’Immacolata (1830-1891)[11].
6. Itinerario vocazionale
- 1. È ammessa alla vestizione il 3 ottobre 1882[12]
con il nome di Suor Maria Provvidenza di S. Gaetano.
- 2. Appena emessi i voti, il 1 maggio 1884[13],
il fondatore e la confondatrice le affidano l’incarico
di maestra delle probande e delle novizie
che svolge per ben otto anni fino al 1892[14].
- 3. Dopo la morte della confondatrice,
nel Capitolo del 1892, Suor Maria Provvidenza
è eletta consultrice generale[15].
Il 23 settembre è nominata vicaria generale[16].
7. All’Ospizio di Santa Margherita da Cortona
- 1. Nel 1894 è inviata a Roma, in qualità di vicaria locale[17],
all’Ospizio di Santa Margherita da Cortona[18],
fondato nel 1879 dal Servo di Dio
Padre Simpliciano della Natività (1827-1898),
francescano alcantarino.
- 2. Vi resta fino al 1896 attivando ogni energia
per superare lo stato di tensione e di attrito[19]
tra l’Istituto delle Alcantarine e quello delle Margheritine
e rendere più serena la convivenza.
8. Tra le Alcantarine
Suor Maria Provvidenza serbò sempre
una lodevole condotta[20]:
il suo è un procedere sicuro nell’osservanza della Regola
e nella piena assunzione della spiritualità francescana[21]
verso l’identificazione con Cristo
e l’accoglienza della sua volontà.
EVENTO FONDAZIONALE
9. La direzione spirituale di Don Francesco Maria Carisdeo
- 1. All’Istituto Santa Margherita da Cortona
inizia la svolta nella vita di Suor Maria Provvidenza:
“i misteriosi disegni della Provvidenza”[22]
mettono sulla sua strada Don Francesco Maria
Carisdeo (1827-1904), parroco di Carpino (Fg),
dell’Arcidiocesi di Manfredonia.
- 2. Don Carisdeo sa scorgere, nelle parole
e negli atteggiamenti di Suor Maria Provvidenza,
l’abbandono fiducioso alla volontà di Dio
e una profonda fedeltà ai valori della sua consacrazione.
10. Il progetto delle Adoratici Perpetue del SS. Sacramento
- 1. Nasce così, in collaborazione con il parroco
di Carpino, il primo progetto
di una nuova fondazione, denominata
“Le Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento”[23].
La finalità dell’Istituto è una conferma
del suo profondo amore all’Eucarestia
e del suo desiderio di
“spendere la vita intera in adorazione
a Cristo Sacramentato, unico suo amore”[24].
- 2. L’ipotesi fondazionale non trova subito accoglienza
nell’animo di Suor Maria Provvidenza di S. Gaetano,
anche perché il progetto di orientamento
contemplativo, nel solco della vita claustrale,
è lontano da quell’imperativo della carità al prossimo,
al quale finora ha consacrato gran parte delle sue energie.
Allo stesso tempo non riesce ad immaginarsi
fuori dalla Famiglia Alcantarina
“alla quale sentivasi tanto tenacemente attaccata”[25].
11. La svolta decisiva
- 1. Alla fine del 1900 il germe del progetto fondazionale
giunge a maturazione:
“desiderosa di vedere il Signore lodato ed amato”[26],
Suor Maria Provvidenza “si decide a fondare un nuovo Istituto”[27]
per rispondere con radicalità
alla volontà divina che la chiama
ad una “vita interiore più intensa”[28].
- 2. Chiede ed ottiene dal vescovo di Castellammare
Mons. Michele De Iorio (1845-1922)
il permesso di andare in famiglia
e il 17 gennaio 1901
lascia definitivamente
l’istituto delle Alcantarine.
12. La prima pietra
- 1. Il 22 maggio 1901 Suor Maria Provvidenza,
con suor Federica Salvatore (1866-1928)
e suor Giocondina Armellina (n. 1870),
si reca a Carpino per dare inizio alla fondazione.
- 2. Le condizioni socio-economiche dei più deboli,
il bisogno di educazione religiosa e civile
dell’infanzia e delle figlie del popolo,
la portano alla consapevolezza che l’esperienza
contemplativa poteva essere incarnata nel vivo
di un’azione animata da “spirito di carità attiva”[29]
per essere sempre e dovunque
“apostola e missionaria”[30].
13. Le Povere Figlie di Sant’Antonio
Con il consiglio e la guida di Padre Luca De Longis,
Madre Miradio lascia il paese pugliese
e il 2 aprile 1902 si stabilisce a Valle Tufara,
nell’Arcidiocesi di Benevento,
dove l’Istituto è chiamato
delle “Povere Figlie di S. Antonio”[31].
14. Riconoscimento ecclesiale
- 1. Padre Luca De Longis,
“ispiratore”[32] e “direttore di spirito”[33],
è coinvolto direttamente nel progetto fondazionale.
Con lui la Congregazione ottiene l’approvazione diocesana,
il 3 aprile 1902, da Monsignor Paolo
Schinosi (1827-1921), arcivescovo di Marcianopoli,
vicario capitolare di Benevento[34].
- 2. Il 24 gennaio 1949 S. S. Pio XII
concede all’Istituto l’Approvazione Pontificia[35],
realizzando così il sogno di Madre Miradio
di “veder crescere il lustro del caro mio Istituto”[36]
ricevendo “la grazia che c’illustra dinanzi alla Chiesa
e ci anima a spingerci sempre oltre
la Serafica perfezione abbracciata”[37].
[1] La denominazione consolidatasi è “Povere Figlie di S. Antonio”, ma in alcuni Scritti delle origini compare “Piccole e Povere Figlie di S. Antonio”: cfr. Testamento di Madre Miradio, 13 giugno 1913; cfr. Fogli intestati; cfr. Madre Miradio, Palma Campania, 9 luglio 1925.
[2] Suor Colomba Blasiello, Cenni biografici di Suor Miradio della Provvidenza di S. Gaetano, Fondatrice dell’Istituto delle Povere Figlie di S. Antonio, 1940.
[3] Ibidem.
[4] Atto di battesimo di Giulia Bonifacio.
[5] Cfr. Suor Colomba Blasiello. Cfr. Atto di matrimonio di Francesco Paolo Bonifacio e Anna Spera.
[6] Suor Colomba Blasiello.
[7] Madre Miradio, a Mons. Alberto Costa, Natale 1918.
[8] Atto di Cresima di Giulia Bonifacio.
[9] Questa espressione “profetica” di Mons. Sarnelli è ricordata dal Giulia e Maria Robledo, figlie di Vincenza Bonifacio, sorella di Madre Miradio. Si lascia accompagnare, in questo cammino di comprensione della volontà di Dio, da un canonico che con ogni probabilità è Don Vincenzo Gargiulo, Fondatore delle Povere Figlie di S. Pietro D’Alcantara.
[10] Madre Miradio, Palma Campania, 22 aprile 1919.
[11] Cfr. Elena Marchitielli, Le Suore Francescane Alcantarine ieri e oggi, Torino 1981, pp 138.139.
[12] Ibidem.
[13] Ibidem.
[14] Ibidem.
[15] Ibidem.
[16] Ibidem.
[17] Ibidem.
[18] Ibidem.
[19] Cfr. Elena Marchitielli, Le Suore Francescane Alcantarine ieri e oggi, Torino 1981, p. 93.
[20] Cfr. Elena Marchitielli, Le Suore Francescane Alcantarine ieri e oggi, Torino 1981, pp. 138-139.
[21] Suor Colomba Blasiello: “Compì sempre esattamente quanto le fu imposto, mai lamento uscì dal suo candito labbro, fu sempre esemplare, educata, serena, ilare, pronta ed attenta in qualunque ufficio i Superiori la ponessero per provare la sua virtù. La si vedeva spesso ai piedi di Gesù Sacramentato e ivi pregava con amore e fervore. Sempre silenziosa, ubbidiva, pregava e taceva … Spogliarsi di tutto, fin della propria volontà, darsi senza riserva a Colui che tutto attende e riceve e purifica e santifica”.
[22] Madre Miradio, a Mons. Alberto Costa, Palma Campania, 25 agosto 1918; cfr. Madre Miradio, al Cardinale Prisco, Palma Campania, 22 aprile 1919: “…L’Opera di zelo che Iddio le ispirava alla maggior Sua gloria ed a bene delle anime”.
[23] Suor Colomba Blasiello.
[24] Suor Colomba Blasiello.
[25] Suor Colomba Blasiello: “Alla proposta (di don Carisdeo) la saggia suora rispose che su due piedi non poteva decidersi, ma che avrebbe pregato e ben ponderato l’affare davanti al Signore e poi gli avrebbe dato risposta”.
[26] Madre Miradio, Palma Campania, 9 luglio 1925.
[27] Ibidem.
[28] Cfr. Relazione non firmata di una suora Alcantarina dove vengono date notizie di Madre Miradio dalla sua entrata tra le Alcantarine fino a quando lasciò Carpino.
[29] Madre Miradio, Palma Campania, 22 aprile 1919.
[30] Mons. Alberto Cosa, 19 dicembre 1926.
[31] Madre Miradio, Cardito, 1906: “Antonio quel Santo che se ebbe amore per l’umanità, ebbe uno speciale trasporto per le Vergini”.
[32] Madre Miradio, 25 novembre 1905, a Padre Dionisio Schuler, Ministro Generale dell’OFM.
[33] Madre Miradio, Palma Campania, 9 luglio 1925, a Mons. Alberto Costa. “Eccellenza reverendissima, desiderosa di vedere il Signore lodato e amato mi domandai sempre che cosa potevo fare io povera creatura per ottenere quanto bramavo, finchè nel 1901, aiutata e incoraggiata dal mio Direttore di spirito il P. Luca da Boscoreale mi decisi a fondare una nuovo Istituto”.
[34] Non c’è un atto ufficiale riguardante tale approvazione, che si fa coincidere con il permesso dato da Mons. Paolo Schinosi di ammettere le giovani alla vestizione. Tale permesso alla vestizione è registrato nella copia manoscritta della domanda che Padre Luca De Longis presenta al Vescovo in data 3 aprile 1902.
[35] Decreto Prot. n. 7063/35 n. 45.
[36] Madre Miradio, Palma Campania, 17 settembre 1918.
[37] Madre Miradio, Palma Campania, 22 ottobre 1918.
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