ISTITUTO
delle Povere Figlie di S. Antonio
Cardito
Al Rev.mo
Ministro Generale
dei Frati Minori Roma
R.mo P. Ministro Generale dei Frati Minori,
nella lieta affermazione che un benefico sentimento di fede abbia lungamente coronata la mia attività per la pia fondazione di una vera e propria comunità quale è quella delle terziarie francescane Povere Figlie di S. Antonio, permettetemi R. P. che con questa mia io esponga dinanzi a Voi quanto è nel mio animo, quanto tutt’ora mi è presentemente a cuore.
La comunità da me fondata, auspice la divina provvidenza, è già abbastanza numerosa se vogliasi tener presente il brevissimo periodo nel quale è potuta svolgersi ed accattivarsi quella affettuosa acquiescenza necessaria ed indispensabile per raggiungere il fine stabilitosi, che si è poi la base fondamentale.
Infatti le case già fin’ora aperte, e di pertinenza dell’ordine medesimo, sono numericamente tre, ma incluse però molte altre, che sono ormai alla vigilia d’aprirsi ugualmente. Ed il numero delle suore ascende a trentatre. Situazione che deve avere la sua vera importanza se per poco pensiamo alle immense difficoltà, che pur troppo sono nei tempi moderni; se per poco pensiamo a quella tenace ostilità per tutto quello che sa di Dio e di religione; se finalmente riflettiamo allo spirito antimonastico, che tutt’ora profondamente predomina.
Ma ciò malgrado io ebbi fede in Dio e più che stabile nella mia ferrea volontà, pienamente conscia della grande responsabilità, che avrei assunta dinanzi a Dio ed alla mia coscienza, io fondai l’ordine delle Povere Figlie di S. Antonio, cinque o sei anni or sono prescrivendogli per base della sua ascetica osservanza, i dieci capitoli della regola di S. Francesco d’Assisi, soltanto con delle piccoli varianti fatte dal pio P. Luca da Boscoreale, mio ispiratore, a norma di diverse costituzioni pontificie.
Ed ora mi è già di gran consolazione al cuore vederlo bellamente innanzi e spero in Dio che la mia opera sarà santamente benedetta e spero raggiungere pienamente quella mia alta e nobilissima idealità che mi fu serena e fervente guida nei miei passi.
Ma, ora, R.mo Padre, l’ordine, ed è d’uopo che io lo dica, ha soprattutto bisogno di maggiore conforto spirituale, ha bisogno di una fonte, a cui possa attingere la sua forza morale, e di corroborarsi più validamente in quei divini aiuti, di cui solamente il Cielo è capace largire.
Ed ecco perché nella fervente rievocazione di tale sentimento io mi presento a Voi ed alla paternità Vostra e chieggo in grazia umilissimamente che l’ordine da me fondato sia affigliato, e possa così avere l’opportunità di partecipare a quel tesoro inesauribile d’indulgenze valevoli a fortificarne l’anima, e con l’anima rassicurarne la vita.
Nella felice lusinga che il mio fervore ed il mio desiderio troverà profonda eco nella divina fede e nella Vostra Paternità, domandandovi la S. benedizione per tutta la comunità, mentre con rispetto mi dico:
Dev.ma ed Umil.ma Serva
Suor Miradio della Provvidenza di S. Gaetano
Superiora Generale
Cardito, 25 novembre 1905
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